Mercato unico, il rapporto di Enrico Letta per riformare l’Unione europea

Il report sul "Futuro dell'Unione Europea" curato dall'ex Presidente del Consiglio dei Ministri per il Consiglio Europeo, avanza diverse proposte per attuare l'integrazione dei mercati dei 27 Paesi membri. Anche Kyoto Club - attraverso il suo Vicepresidente Gianluigi Angelantoni - ha partecipato, con un incontro ad hoc, alla preparazione del rapporto.

22 aprile 2024

Il futuro del mercato unico europeo è legato agli obiettivi strategici dell’UE e quindi alla situazione in cui l’Unione agisce. Pertanto, non dovrebbe mai essere considerato un’impresa compiuta, ma piuttosto un progetto in corso. E andrebbe portato alla pari e preparato per una continua evoluzione, in linea con le dinamiche del nostro tempo.

Insomma, il contesto è completamente diverso rispetto a quello in cui l’Unione e il suo mercato nacquero e si svilupparono: il progetto richiede una revisione radicale, e va allineato ai grandi assi strategici della Commissione Europea, le transizioni verde e digitale.

Sono questi alcuni tra i principali punti del rapporto sul mercato interno dell’Ue che l’ex premier Enrico Letta ha preparato per il Consiglio Europeo. Si affianca al rapporto sulla competitività che sta preparando per giugno (dopo il voto) Mario Draghi.

Con 27 Stati membri, sostiene lo studio, la diversità e la complessità del sistema giuridico in vigore in Europa sono aumentate in modo significativo. Tali sviluppi non ci consentono più di fare affidamento sulla mera convergenza delle legislazioni nazionali e sul riconoscimento reciproco, che sono diventati troppo lenti e complessi o semplicemente insufficienti per beneficiare delle economie di scala.
Diversi fattori, prosegue Letta, richiedono un aggiornamento dei punti cardinali del Mercato Unico, allineandoli alla nuova visione dell’Unione Europea per il suo ruolo in un mondo che è diventato “più grande” e ha subito significative trasformazioni strutturali. Tra queste: l’inverno demografico, la contrazione delle economie occidentali e la crescita di quelle asiatiche, la crisi del multilateralismo e della cooperazione internazionale, le tensioni geopolitiche.

All’inizio tre settori sono stati volutamente tenuti fuori dal processo di integrazione: finanza, comunicazioni elettroniche ed energia. L’esclusione all’epoca era motivata dalla convinzione che dare priorità al controllo interno su queste aree avrebbe meglio servito gli interessi strategici. Tuttavia, i mercati nazionali, dice il rapporto, inizialmente progettati per proteggere le industrie nazionali, rappresentano ora un grave freno alla crescita e all’innovazione nei settori in cui la concorrenza globale e le considerazioni strategiche richiedono un rapido passaggio su scala europea. Il mercato unico necessita di una revisione: in particolare, la fornitura di servizi all’interno dell’UE continua a incontrare ostacoli significativi che devono essere affrontati e rimossi per sfruttare appieno il potenziale del mercato unico.

Il testo è frutto di un lavoro che l’ex premier ha svolto dopo 400 incontri organizzati in poco meno di otto mesi, in 65 città europea.

Le proposte di Letta sono molte e concrete e ci ricordano che non sarà possibile invertire il declino europeo a meno di non dare priorità al disegno europeo rispetto a quelli nazionali.

Il rapporto (pdf)


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