Cambiamenti climatici e crisi idrica: lo studio della EEA “Risorse idriche in Europa. Affrontare lo stress idrico: una valutazione aggiornata”

Circa il 30% della popolazione europea soffre di stress idrico in un anno medio. Si prevede che la situazione peggiorerà man mano che il cambiamento climatico aumenterà la frequenza, l’ampiezza e l’impatto della siccità. Leggi l'approfondimento a cura di "Ambiente e non solo..." .

29 agosto 2022

La relazione dell’EEA “Risorse idriche in Europa – Affrontare lo stress idrico: una valutazione aggiornata” presenta le più recenti conoscenze sulla disponibilità idrica in Europa sostenendo il passaggio dalla gestione delle crisi alla gestione del rischio, tra cui la messa a fuoco di più misure che affrontano il consumo di acqua.

Lo stress idrico, che è una situazione in cui l’acqua non è sufficiente a soddisfare le esigenze delle persone e dell’ambiente, è già una realtà in molte parti d’Europa. La siccità e la scarsità d’acqua non sono più eventi rari o estremi in Europa, e circa il 20% del territorio europeo e il 30% degli europei sono colpiti dallo stress idrico durante un anno medio.

Il cambiamento climatico dovrebbe peggiorare il problema, poiché la siccità sta aumentando in frequenza, ampiezza e impatto. Le tendenze sono particolarmente preoccupanti per l’Europa meridionale e sud-occidentale – come stiamo ben vedendo in Italia quest’anno -, dove la portata dei fiumi durante l’estate potrebbe diminuire fino al 40%, in uno scenario di aumento della temperatura di 3 ºC. In queste aree, l’agricoltura, l’approvvigionamento idrico pubblico e il turismo mettono le principali pressioni sulla disponibilità di acqua con significativi picchi stagionali in estate.

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