In Italia dopo la crisi del covid-19 calano le emissioni e aumenta l’energia da rinnovabili
Cali delle emissioni "senza precedenti". Lo sostiene l'Enea nella sua ultima "Analisi trimestrale del sistema energetico italiano".
Nel secondo trimestre 2020 i consumi di energia primaria si sono ridotti del 22% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo è maturato in particolare ad aprile e maggio (rispettivamente –30% e -22% sul 2019), quando è stata più forte l’emergenza sanitaria e le conseguenti limitazioni agli spostamenti e alle attività produttive. Lo afferma l'ultima analisi trimestrale del sistema energetico italiano redatta da Enea.
Su base semestrale, invece, il calo è più contenuto ma comunque significativo, e segna un meno 14%. Secondo Francesco Gracceva, il ricercatore di Enea che ha curato l'analisi, "anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda parte dell’anno, a fine 2020 la flessione sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009 (-6%)".
In compenso il forte calo dei consumi di energia elettrica (-13%) ha accresciuto il ‘peso’ delle fonti rinnovabili – forti anche della priorità di dispacciamento – che nel mese di maggio hanno soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità toccando il massimo storico.
Un dato che a sua volta è collegato a quello sulle emissioni: nel II trimestre quelle di CO2 del sistema energetico sono stimate in calo del 26%, mentre guardando al primo semestre si arriva a circa il -17% (oltre 28 MtCO2 in meno). Cali in entrambi i casi cali superiori a quello dei consumi di energia, perché quest’ultimo si è concentrato sulle fonti fossili, e tra queste su quelle a maggiore intensità carbonica (carbone e petrolio).