I timori sul nucleare rilanciano il "mondo" verde

Si è svolto oggi il Green Italia Day organizzato da Fondazione Istud e dalla Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

20 aprile 2011 Fondazione ISTUD

<p>Il disastro della centrale atomica di Fukushima in Giappone ha portato violentemente alla ribalta il problema della <b>convenienza delle energie alternative</b> verso quelle tradizionali (nucleare compreso). </p><p>A questo punto, anche facendo tara delle emozioni temporanee, una riflessione positiva a favore delle energie verdi è più che opportuna. <br />Anche di questo si è parlato oggi al <b>workshop</b> organizzato dall’Osservatorio Green Economy della Fondazione Istud e dalla Rappresentanza a Milano della Commissione europea con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente dal titolo <b>"Green Italia day. La rivoluzione verde è adesso. Come cambierà la nostra vita"</b>.</p><p>L’incontro, introdotto da Marella Caramazza, Direttore Generale di Fondazione Istud che ha presentato la <b>ricerca</b> realizzata in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici <b>"Imprese italiane, cambiamento del clima e impatto della 20-20-20"</b>, ha visto le testimonianze di Matteo Fornara (Commisione europea), Cristina Gabetti (Striscia la Notizia), Andrea Poggio (Legambiente). </p><p>Si è svolto in seguito un briefing sul tema <b>"Green, il grande cantiere dei lavori in corso. I tanti volti della sostenibilità"</b> con la partecipazione, fra gli altri, di Roberta Benedetti (E.ON Climate and Renewables Italia), Alberto Beretta (Ceo di Oppent), Lucio Bernard (centro ricerche Fiat), Enrico Cappanera (Ceo di Energy Resources), Edi Fabbro (Electrolux Global Technology Center), Roberto Gerbo (Energy manager Gruppo Intesa San Paolo), Luca Gorno (Responsabile Marketing di prodotto di Daikin Air Conditioning), Leonardo Maugeri (Presidente Polimeri Europa – eni), Francesco Nalini (Direttore Generale Gruppo Carel). </p><p>Il "Green Italia day" ha come slogan <b>«Io vivo verde»</b>. <br />Dalle bottiglie d’acqua allo smaltimento ecologico dei rifiuti; dal risparmio energetico degli elettrodomestici alle ricerche dell’industria chimica, del freddo, dei trasporti e dell’Ict; le occasioni di risparmio/recupero energetico certo non mancano. <b>La rivoluzione verde è adesso</b>. </p><p>Malgrado i presunti o reali dello stop and go dell’Italia, comunque ci stiamo muovendo. C’è aria nuova, voglia di fare, di ricercare, di credere che l’opzione Green non è una tendenza passeggera. Siamo in ritardo, ma è ancora possibile <b>puntare all’obiettivo 20-20-20</b> che mira a ridurre entro il 2020 le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili. </p><p>Dopo l’incubo nucleare del Giappone, niente è più come prima. Ogni giorno è costante l’informazione delle incessanti <b>scoperte green che la ricerca italiana sta producendo</b>. Questa è la consapevolezza palpabile che, tra tribolazioni e soddisfazioni, un percorso positivo è avviato. Per vincere la gara servirebbe un provvedimento, anche non scritto, una semplice mozione d’affetto, per investire l’Italia come Distretto Green tra i più grandi al mondo. Ne abbiamo risorse, qualità e know-how per farlo.</p><p>Questa è la convinzione che si ricava leggendo il <b>libro</b>, curato da Maurizio Guandalini e da Victor Uckmar, edito da Mondadori Università con l’Osservatorio Green Economy della Fondazione Istud, dal titolo <b>GREEN ITALIA</b> che uscirà oggi. <br />È una <b>antologia della sostenibilità</b>, un excursus delle imprese nazionali, internazionali, associazioni, medie e piccole imprese, istituzioni, individui che sono ‘occupati’ a far sì che la nostra vita cambi in meglio.</p><p></p>


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