Gassificazione della biomassa: partono i primi impianti
Gli impianti per la gassificazione della biomassa legnosa sono una realtà in rapido sviluppo anche grazie agli incentivi a livello nazionale di cui godono. Il 22 ottobre 2010 l’Area Energia & Ambiente ed il Cluster Legno e Tecnica del TIS innovation park hanno organizzato un seminario che ha visto oltre 150 partecipanti.
<p>Gli impianti per la <b>gassificazione della biomassa legnosa</b> sono una realtà in rapido sviluppo anche grazie agli incentivi a livello nazionale di cui godono: nonostante ciò il loro utilizzo è caratterizzato ancora da molteplici difficoltà legate per esempio alle caratteristiche del legno o alla purezza del gas che ne deriva. </p><p>Per comprendere se i gassificatori di piccola taglia rappresentino una soluzione tecnologica matura, l’<b>Area Energia & Ambiente</b> ed il <b>Cluster Legno e Tecnica del TIS innovation park</b> hanno organizzato un seminario a cui hanno partecipato oltre 150 interessati. L’evento si è svolto a Bolzano il 22 ottobre scorso.</p><p>Nel corso del seminario rappresentanti del mondo della ricerca (Università di Bolzano e di Firenze) e aziende del settore hanno aggiornato i partecipanti sullo stato dell’arte di questa tecnologia. È emerso che i <b>gassificatori a legna</b> sono oramai una <b>realtà in rapido sviluppo</b>, che riscuote grande interesse anche in Italia, grazie ai generosi contributi provenienti dai meccanismi di incentivazione nazionale. In particolare l’Alto Adige, con 14 tra impianti realizzati o in progettazione, si conferma realtà all’avanguardia, disposta a sperimentare soluzioni innovative nel campo della valorizzazione energetica delle risorse locali. </p><p>Restano tuttavia molte <b>criticità di tipo tecnico e gestionale</b>, come per esempio la sensibilità di questi impianti a fattori quali le dimensioni o il grado di umidità della legna. Un altro problema è rappresentato dal grado di pulizia del gas di sintesi prodotto, che deve rispettare determinati standard per consentire l’impiego in motori a combustione interna. Tali aspetti limitano ancora l’affidabilità di questi impianti, specialmente nelle soluzioni di piccola taglia. Ed è per questo che, dei sei impianti già realizzati in Alto Adige, nessuno risulta ad oggi in esercizio continuo.</p><p></p><p></p>