Obiettivi rinnovabili elettriche al 2020: quali opportunità per l’industria italiana?

Una ricerca dello IEFE Bocconi e del GSE. Per cogliere il massimo dei benefici dalla crescita delle rinnovabili elettriche è necessaria una decisa politica industriale che renda il nostro comparto produttivo competitivo con l’estero. Si può puntare a realizzare un fatturato di 5,6 mld di euro annuali per i prossimi 12 anni e creare fino a 175mila occupati al 2020.

10 giugno 2009

<p>A maggio è stato presentato al Senato il risultato della ricerca promossa da GSE e realizzata da IEFE (Università Bocconi) sulle ricadute economiche sul sistema industriale nazione dovute al forte sviluppo delle fonti rinnovabili anche in prospettiva del raggiungimento degli obiettivi 2020. Il documento, “<b>Prospettive di sviluppo delle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica</b>”, fornisce un quadro degli scenari e delle opportunità per il sistema industriale nazionale.</p><p>L’analisi degli scenari di crescita delle energie rinnovabili presentati nel documento evidenzia notevoli opportunità di investimento nella produzione di tecnologie e nella realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia elettrica nel prossimo futuro. In Italia infatti lo sviluppo degli investimenti è trainato dalle politiche di promozione e dagli strumenti di sostegno che lasciano intravedere buone opportunità anche per il futuro. Ma l’industria del nostro paese non può perdere una tale opportunità e quindi lo sforzo della politica industriale dovrebbe andare più decisamente in questa direzione.</p><p>Le politiche energetiche del cosiddetto pacchetto Clima-Energia “20-20” entro il 2020 potranno garantire un’opportunità di business e di sviluppo occupazionale per il nostro paese, laddove gli sforzi si concentrassero proprio sull’industria nazionale. <br />La finestra di investimento in tecnologie rinnovabili nel settore elettrico nello scenario condizionato dalle politiche del pacchetto europeo raggiunge per l’Italia un valore complessivo di circa <b>100 miliardi di euro nei prossimi 12 anni</b>, con un valore medio annuo di più di <b>8 miliardi di euro</b>. Il potenziale occupazionale totale potrebbe raggiungere le <b>250.000 unità lavorative</b> nel 2020.</p><p>La capacità di trattenere il valore degli investimenti nell’industria italiana e di favorire al massimo l’occupazione nazionale dipenderà dalle capacità del nostro tessuto industriale di rispondere alle esigenze della domanda nazionale proveniente dagli sviluppatori di impianti e di reggere la sfida tecnologica e concorrenziale da parte dei produttori internazionali. A questo proposito il documento configura tre prospettive:</p><p>• Una prima di <b>basso sfruttamento</b> delle opportunità, in continuità con il comportamento riscontrato negli ultimi cinque anni che ha visto l’Italia assorbire il 70% circa del valore degli investimenti attraverso importazioni di sistemi e apparati tecnologici per la realizzazione di impianti. In questo caso l’industria nazionale potrà realizzare un fatturato di circa 30 miliardi di euro con un valore medio annuo di 2,4 miliardi per i prossimi dodici anni. L’occupazione potrà raggiungere circa 100.000 unità, tenendo conto che i sistemi e prodotti importati occupano minore forza lavoro per unità di MWh rispetto alle componenti e ai servizi alla produzione concentrati in Italia.<br />• Una seconda prospettiva di <b>medio sfruttamento</b> delle opportunità, in cui è possibile prevedere una ripresa del tradizionale ruolo di leadership tecnologica nel campo della produzione di tecnologie convenzionali (termoelettriche e idroelettriche) dell’Italia, paese tradizionalmente esportatore di tali tecnologie. Una diversificazione dei produttori tipici verso le nuove tecnologie rinnovabili, unitamente a processi di entrata da altri settori tradizionali (elettronica, meccanica, automazione) consentirebbe di coprire il 50% della quota del mercato tecnologico con produzione nazionale. In questo caso l’industria nazionale potrà realizzare un fatturato di circa 50 miliardi di euro con un valore medio annuo di 4 miliardi di euro per i prossimi dodici anni. L’occupazione potrà raggiungere le 150.000 unità.<br />• Una terza prospettiva di <b>alto sfruttamento</b> delle opportunità in cui l’industria italiana punta a valorizzare la filiera produttiva delle tecnologie rinnovabili, anche alla luce delle traiettorie di innovazione tecnologica e ai potenziali offerti dai mercati mondiali, riuscendo a stabilire una leadership nel mercato manifatturiero internazionale. In questo caso l’industria nazionale potrà realizzare un fatturato di circa 70 miliardi di euro (70% della quota di mercato) con un valore medio annuo di 5,6 miliardi di euro per i prossimi dodici anni. L’occupazione potrà raggiungere le 175.000 unità.</p><p>L’esperienza dei paesi leader ha mostrato come il ruolo della politica industriale dal lato dell’offerta e le misure c.d. technology push (sostegno alle imprese, imprese pubbliche e aiuti alla R&S, promozione di spillover, integrazione delle politiche) sia stato altrettanto decisivo nella nascita e sviluppo di un’industria nazionale delle tecnologie rinnovabili e abbia operato congiuntamente alle politiche energetiche di sostegno all’acquisto di energia rinnovabile attraverso strumenti demand pull (tariffe di acquisto, incentivi fiscali).</p><p>Quindi, spiega il report GSE-IEFE, anche per l’Italia è necessario che le <b>politiche pubbliche nazionali</b> non si concentrino sul solo obiettivo di sostegno ai costi addizionali per il perseguimento degli obiettivi ambientali, ma svolgano un ruolo di indirizzo, essenziale a trasformare i potenziali di crescita in una realtà industriale nazionale in grado di creare il “Sistema Italia” competitivo per le fonti rinnovabili.</p><p></p>

Ricerca IEFE-GSE Rinnovavbili e industria nazionale (pdf)


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