podcast: Carbone, una scelta rischiosa. Radio Articolo 1 intervista Silvestrini
Il nostro Paese, dopo la definitiva uscita dell’opzione nucleare con il referendum di giugno, adesso dovrà valutare gli scenari a medio e a lungo termine. La mobilitazione del carbone del 29 ottobre nasce dalla volontà di opporsi contro una fonte che comporta rischi ambientali e sanitari per la popolazione. L’intervento di Gianni Silvestrini a Radio Articolo 1.
<p><a href="audio/041111_consumeradio_silvestrini.mp3">Ascolta audio</a> (mp3 – durata: 4’33”)</p><p>L’Italia, dopo la definitiva uscita dell’opzione nucleare con il referendum di giugno, dovrà fare delle serie <b>valutazioni sugli scenari a medio e a lungo termine</b>. Non è un caso, infatti, che proprio a marzo di quest’anno la Commissione europea abbia reso pubblico un documento con gli <b>scenari al 2050</b>. </p><p>In riferimento a tali scenari la <b>produzione elettrica</b> dovrebbe essere totalmente <b>de-carbonizzata</b>, grazie a tre possibili soluzioni: rinnovabili, nucleare, sequestro di anidride carbonica. <br />Quindi i singoli paesi, compresa l’Italia, dovranno fare delle scelte, tenendo conto dei singoli scenari. Le centrali che costruiamo oggi dovranno funzionare anche tra 30-40 anni e dovranno essere compatibili con uno quadro di totale de-carbonizzazione.</p><p>La <b>manifestazione contro il carbone</b> del 29 ottobre scorso nasce proprio con questa intenzione: evidenziare che il tema dovrà essere affrontato non in una logica di "impianto per impianto", ma in una logica complessiva. </p><p>L’<b>Italia</b> deve comprendere oggi cosa fare, perché si sta pensando a <b>nuove centrali a carbone</b> e si parla anche di sequestro dell’anidride carbonica, una soluzione ancora sperimentale e di cui non si conoscono né i costi, né l’impatto ambientale-sanitario. </p><p>Ci troviamo di fronte a un’opzione che presenta grossi nuovi problemi e un’altra, l’opzione delle <b>rinnovabili</b>, che invece gode di vantaggi, primo fra tutti quello dei prezzi: per il fotovoltaico negli ultimi quattro anni i prezzi di questa tecnologia si sono dimezzati. Mentre per il carbone il sequestro di anidride carbonica è molto costoso e se la CO2 andasse in atmosfera dovremmo confrontarci anche con la borsa delle quote di anidride carbonica che pesano sui bilanci delle aziende che fanno questa scelta, ma anche sui bilanci nazionali. </p><p>L’intervento di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia a <a href="http://www.radioarticolo1.it/">Radio Articolo 1</a>.<br /> <br /></p>