Consumo di suolo, Catia Bastioli: approvate la legge ferma in Parlamento

L’allarme di Ispra: nel 2020 l’Italia ha perso altri 60 kmq di terreno capace di depurare l’aria e di assorbire le piogge.

15 luglio 2021

“Basta perdere 15 ettari al giorno di suolo, fermiamo l’emorragia ora”. A sostenerlo è Catia Bastioli, CEO di Novamont e Presidente di Kyoto Club, dal suo profilo di Twitter. La scienziata, protagonista del campo delle bioplastiche, è intervenuta ieri in occasione della presentazione del rapporto annuale del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) di Ispra “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021” secondo cui l’anno precedente l’Italia ha perso altri 60 chilometri quadrati di suolo. Un fatto grave, nonostante la pandemia e lo stop della maggior parte delle attività economiche avvenuto nel corso del 2020.

Ispra fotografa infatti una situazione drammatica: stando ai dati, a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo, il Belpaese potrebbe essere costretto a sostenere un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro tra il 2012 e il 2030. In pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020, continua lo studio, i danni costerebbero cari e non solo in termini economici. Dal 2012 ad oggi, infatti, il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km. In altre parole due milioni di volte il giro della terra.

“Rigeneriamo i suoli con i progetti sperimentali nei territori. Applichiamo la strategia italiana della #bioeconomia circolare lavorando insieme” twitta ancora Bastioli. Secondo la Presidente di Kyoto Club, la situazione è molto grave, essendo il suolo una risorsa non rinnovabile, è necessario invertire la rotta. Per frenare tutto questo serve seguire il percorso indicato dalla Mission Soil health and food della Commissione Europea, che indica alcune priorità. Tra queste, ridurre il degrado del suolo e ripristinare il 50% dei terreni desertificati e salinizzati, conservare gli stock di carbonio organico nel terreno e aumentare la sua concentrazione nelle superfici coltivate, fermare l’impermeabilizzazione e aumentare l’utilizzo dei suoli urbani, ridurre l’inquinamento e migliorare il ripristino anche attraverso l’agricoltura biologica, migliorare l’alfabetizzazione su tutti gli Stati membri. Infine la scienziata chiede al mondo politico di avere coraggio, di gestire i fondi del PNRR in modo “lungimirante e innovativo”, augurandosi che il decreto sul consumo di suolo possa essere applicato il prima possibile.


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