Quanto paghiamo veramente il chilowattora in bolletta?

Dati fuorvianti girano sul reale peso degli incentivi alle rinnovabili che paghiamo in bolletta. Da un’elaborazione del Kyoto Club si può valutare che i grandi consumatori di energia, che più lamentano l’eccessivo costo delle rinnovabili, pagano il 10% in meno dei colleghi tedeschi. Il maggior costo dell’elettricità è soprattutto sulle piccole imprese.

11 aprile 2011 Fonte: Kyoto Club

<p>Continua la diatriba sul peso in bolletta elettrica degli incentivi alle rinnovabili. Per il <b>Kyoto Club</b> le cifre fornite qualche settimana fa dal Governo, che si accinge ad emanare il decreto con i nuovi incentivi per il fotovoltaico, erano improbabili: 10-20 miliardi euro che cittadini e imprese sborsavano per sostenere le energie rinnovabili. </p><p>Kyoto Club ha già chiarito che nel <b>2010</b> il totale dei costi per le rinnovabili in bolletta era pari a <b>2,7 miliardi di euro</b> e che oltre <b>3 miliardi invece andavano per oneri "impropri"</b>, quali IVA non dovuta, smaltimento del vecchio nucleare, agevolazioni tariffarie per le ferrovie. Circa 2 miliardi sono da attribuire per il mancato collegamento elettrico tra Calabria e Sicilia e per i contratti che prevedono la cosiddetta "interrompibilità" a favore dei grandi consumatori di energia.</p><p>L’associazione è tuttavia consapevole che il peso degli incentivi per le rinnovabili in bolletta sarà in sensibile crescita nel 2011, soprattutto a causa dell’exploit del fotovoltaico degli ultimi mesi dello scorso anno e per gli impianti FV del cosiddetto decreto "salva Alcoa" che potranno usufruire delle tariffe 2010. <br />Tuttavia il Governo non dovrebbe dimenticare quei 40 miliardi di euro ‘regalati’ negli ultimi 10 anni a petrolieri e produttori di energia elettrica da fonti fossili grazie al CIP6.</p><p>"Sono proprio i grandi consumatori di energia che in questi giorni stanno diffondendo dati non corretti sull’alto costo dell’elettricità per colpa del sostegno alle rinnovabili" ha spiegato <b>Francesco Ferrante</b>, vice presidente di Kyoto Club. <br />Grandi consumatori che hanno pubblicato anche una pagina su Il Sole 24 ore, quotidiano di Confindustria, esortando il Governo a ridurli drasticamente.</p><p>L’assunto da cui partono i grandi consumatori non è del tutto corretto: nel <b>confronto con i loro concorrenti europei</b>, infatti, l’unico settore che ha motivo di lamentarsi è quello delle piccole imprese che consumano relativamente poca energia elettrica e che la pagano circa il 20% in più della media europea e circa il 5% in più dei tedeschi; i cittadini invece pagano il 15% in più degli europei, ma il 15% in meno dei tedeschi; mentre <b>i grandi consumatori pagano addirittura il 10% in meno dei loro colleghi tedeschi</b>. </p><p>Il confronto con la Germania è giustificato non solo perché quello è il paese leader in Europa, ma anche perché tra i paesi europei è quello più simile al nostro per quanto riguarda il peso dell’industria manifatturiera sul sistema economico. Si veda a tal proposito il <a href="http://qualenergia.it/sites/default/files/articolo-doc/veri-costi-elettricità_KC.JPG">grafico</a> elaborato da Kyoto Club su dati Eurostat (costo 2010 in euro per ogni 100 kWh, sulla base di differenti scaglione di consumi elettrici).<br /> <br />Considerando che in Germania il <b>costo sostenuto per incentivare le rinnovabili è di oltre 9 miliardi</b> (oltre tre volte il dato italiano), appare evidente come le due cose – costo complessivo dell’energia e incentivi alle rinnovabili – non siano affatto collegabili.</p><p>Il Governo dovrebbe rispettare l’impegno preso con gli operatoriall’indomani della scellerata approvazione del decreto del 3 marzo scorso emanando immediatamente il decreto attuativo che torni a <b>dare certezza al settore del fotovoltaico</b>, uno dei pochi comparti che in questi ultimi anni, in controtendenza con la crisi economica, ha garantito sviluppo e occupazione. <br />Si chiede inoltre di non fissare alcun limite di potenza annuale e che la necessaria riduzione delle tariffe incentivanti sia graduale e sostenibile nel tempo sull’esempio del modello tedesco. </p><p>Il Governo dia anche sicurezza all’intero settore delle rinnovabili – chiede il Kyoto Club – eolico, agro-energie, rinnovabili termiche e risparmio energetico, tutte tecnologie che hanno bisogno di decreti che rendano certi gli investimenti e diano una garanzia di sviluppo al 2020.</p><p><br /></p>


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