Ridurre le emissioni e costruire una politica energetica coerente con gli obiettivi di Kyoto, le vere priorità di ogni azione di governo
Dal Convegno “Come vincere la sfida del clima”, organizzato dal Kyoto Club - Roma, 14 febbraio 2007 (Sala della Protomoteca del Campidoglio)
Le scelte energetiche e ambientali orientate ad una drastica riduzione delle emissioni di gas serra devono essere ormai la priorità di ogni politica del governo nazionale e delle amministrazioni locali. E’ questo uno dei comuni denominatori che hanno caratterizzato l’evento svoltosi oggi, 14 febbraio, a Roma, davanti a oltre 400 persone, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio.
Il Convegno Nazionale organizzato dal Kyoto Club, dal titolo “Come vincere la sfida del clima”, ha visto la partecipazione dei maggiori esponenti governativi responsabili del settore, della ricerca (rappresentata da Luigi Paganetto presidente dell’ENEA), della Confindustria (Emma Marcegaglia), delle rappresentanze di enti locali (come Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio e Bruna Brembilla, della Provincia di Milano), del mondo ambientalista (Della Seta di Legambiente e Onufrio di Greenpeace) che insieme hanno fatto il punto sull’attuale situazione energetico-ambientale del nostro paese alla luce degli impegni cogenti imposti dal Protocollo di Kyoto e anche per quelli che dovranno essere gli obiettivi più ambiziosi del post 2012.||Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e promotore dell’evento di oggi, ha aperto la discussione ricordando che “il cambiamento del clima rappresenta la principale sfida che l’umanità dovrà affrontare in questo secolo. L’aspetto positivo degli ultimi tempi è che la consapevolezza della gravità della situazione sta rapidamente spostandosi dal mondo ambientalista e scientifico verso i piani alti delle istituzioni”. Silvestrini ha riferito che “gli ultimi dati ufficiali indicano per l’Italia un livello di emissioni climalteranti del 13% più elevato rispetto al 1990, quando invece il nostro paese avrebbe dovuto ridurlo al 2008-2012 del 6,5%”. “Per invertire la rotta c’è ancora tempo – dice Silvestrini – ma dobbiamo renderci conto che il ritardo accumulato è tale che una quota importante dei crediti di carbonio andrà comunque acquisita all’estero, con costi che dovranno essere sopportati da tutti i cittadini”.||Il Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ha fatto capire che la gravità dello scenario in atto riguardo ai cambiamenti climatici e ai ritardi che l’Italia ha accumulato in questi anni “non dovrebbero più far parlare di una semplice affermazione di una cultura ambientalista, spesso di nicchia, ma di una cultura e di un nuovo approccio su queste tematiche patrimonio di tutti, dai cittadini all’industria, dai governi alle istituzioni”. Le strade da percorrere sono diverse e, secondo quanto affermato da Bersani, il Governo sta già operando in tal senso. Importante sarà, ad esempio, spostare i trasporti, una delle cause principali di rilascio di emissioni in atmosfera, sempre più dalla gomma al ferro, rendere gli incentivi alle rinnovabili più forti e più trasparenti, imporre uno standard di efficienza nei motori elettrici che potrebbero consentire, anche in breve tempo, una fortissima riduzione dei consumi nel comparto industriale.||Un’importante Conferenza Nazionale sul Clima si svolgerà a settembre a Roma presso la FAO, ha detto il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio. Un’occasione questa che dovrebbe mettere in piedi per il nostro paese anche una strategia energetica solida e di lungo periodo. Pecoraro Scanio, con decisione, ha messo in evidenza le forti contraddizioni di un mercato dell’energia lasciato libero di operare in una sorta di “far west”: non si può pensare di fare una seria politica dell’efficienza energetica sugli usi finali (lato domanda) se poi, dal lato dell’offerta, arrivano richieste per migliaia di MW di centrali elettriche convenzionali, quindi in forte contrasto con gli obiettivi di Kyoto, soprattutto per il loro livello di emissioni inquinanti. Dunque, un freno anche alle troppe centrali a carbone, perché il “carbone pulito, ricordiamoci, non esiste”, dice il Ministro. Le azioni da intraprendere sono in settori chiavi: industria, trasporti, edilizia. Pecoraro Scanio, come Bersani hanno sottolineato il ruolo di tutte le Regioni, che potrebbero essere vere protagoniste del cambiamento se si assumessero anche loro la responsabilità di ridurre le emissioni.||Fabrizio Fabbri del Ministero dell’Ambiente e Renato Grimaldi del Ministero degli Esteri hanno concordato sull’opportunità per il Sistema Italia di rilanciare il settore dei CDM (riduzioni di emissioni legate a interventi nei paesi in via di sviluppo), dove l’Italia è piuttosto debole, concertando una collaborazione fra 3 Ministeri, Sviluppo Economico, Ambiente ed Esteri.||Rilevante la posizione di Edo Ronchi, vicepresidente della Commissione Ambiente del Senato, che chiede una profonda riforma dell’attuale sistema di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che non è in grado di far raggiungere all’Italia gli obiettivi indicati dall’Unione Europea e anche quelli di riduzione delle emissioni.||Ha chiuso il convegno Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera e vicepresidente del Kyoto Club, che ha riportato la proposta della Commissione di voler unificare la Conferenza Clima ed Energia, perché “se si vuole che le decisioni sul clima siano efficaci queste non possono essere disgiunte dalle questione energetiche”. Realacci ha aggiunto che la prossima estate potrebbe essere caratterizzata dalla siccità: “la scarsa presenza di neve in montagna unita alla siccità avranno effetti anche sul sistema energetico” (scarsa idraulicità per la produzione idroelettrica e rischio di blocco delle centrali termoelettriche).