Terzeria
Che sia benedetto questo riso
Sito web: terzeria.adunmetro.it
Un vescovo, una terra difficile e un progetto che punta al bene comune. Tutto questo è Terzeria. Conosciuta a Sibari, in Calabria, come “l’azienda del vescovo”, Terzeria nasce da un’idea di monsignor Domenico Graziani che, nel 1999, si trovò con un territorio di 450 ettari da utilizzare per finanziare opere benefiche. Quel terreno – frutto di un lascito del 1935 da parte dagli eredi Rovitti – per volontà testamentaria doveva infatti essere utilizzato a scopi benefici. Facile a dirsi e meno a farsi, perché si trattava di campi difficilissimi da coltivare a causa della risalita capillare del sale proveniente dai sedimenti di salgemma sottostanti. Il vescovo, dopo vari consulti con esperti, decise di tentare la via del riso. La pressione generata dall’acqua della risaia avrebbe infatti impedito la risalita del sale dal sottosuolo, e permesso una coltivazione redditizia. Per gestire la risaia creò un’azienda ad hoc: Terzeria, a cui da ecclesiastico ambientalista, chiese di crescere nel rispetto della natura.
Ai 200 ettari coltivati a riso presto si aggiunsero frutteti biologici, piantagioni di ortaggi irrigati senza sprechi e “fasce tampone” per far proliferare insetti utili all’impollinazione. Senza dimenticarsi del resto, come le vasche per il recupero idrico e la produzione di energia pulita. È il 2008 quando, insieme ad altre realtà agricole, Terzeria fonda la Corigliano Renewable Energy, e installa il primo campo agricolo cooperativo fotovoltaico di oltre 1 MW. A questo si aggiungono iniziative come la Renewable Energy Farm (altri 6 MW di rinnovabili), la società di ricerca R&D Cal e l’azienda agroindustriale Reolì. Oggi Terzeria è una società benefit che, rigenerando un territorio bruciato dal sale, ha una cinquantina di lavoratori, fattura oltre due milioni di euro e dimostra che anche la Chiesa può pensare da #GreenHeroes.
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