Clima, sentenza storica: Shell deve allinearsi all’Accordo di Parigi

Secondo un tribunale dell'Aja la multinazionale anglo-olandese deve tagliare del 45% le emissioni di gas serra entro il 2030.

27 maggio 2021

Non solo gli Stati devono sottostare agli impegni internazionali in materia di giustizia climatica, ma anche le multinazionali. In Olanda una sentenza storica ha sancito per la prima volta nella storia che una società privata deve allinearsi agli Accordi di Parigi sul clima per via giudiziaria. Si tratta del colosso anglo-olandese Shell, condannato da un tribunale a tagliare entro il 2030 le emissioni di CO2 del 45% rispetto al livello del 2019. La società non ha accolto positivamente la sentenza: ha già annunciato che ricorrerà in appello.

A gioire sono soprattutto gli attivisti e i militanti della ong Milieudefensie. Nell’aprile del 2019, l’organizzazione filiale olandese di Friends of the Earth aveva portato in tribunale la compagnia petrolifera. All’accusa si erano successivamente unite altre sei associazioni, tra cui Greenpeace e ActionAid, mentre 17 mila cittadini si costituirono come parte civile contro la Shell.

La giudice Larisa Alwin, responsabile della sentenza, ha affermato senza giri di parole che “Shell è responsabile di enormi emissioni di Co2 e contribuisce alle conseguenze disastrose del cambiamento climatico per la popolazione”. Per questo deve agire ora, non ritardando più quella transizione ecologica che viene annunciata spesso ma perseguita di rado. 

“Oggi stiamo facendo la storia, insieme a 17.000 co-denuncianti”, ha dichiarato Milieudefensie dopo la sentenza: “Questa è la prima volta che un’azienda deve allineare la propria politica all’accordo sul clima di Parigi. Questo è un enorme passo avanti che avrà conseguenze globali”, assicura l’ong.

Chissà se adesso questa sentenza fungerà da precedente per altri casi simili, soprattutto nell’UE dove gli obiettivi di riduzione della CO2 sono diventati legge.


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