Stop alle buste di plastica nel bacino del Mediterraneo: appello di Legambiente con Kyoto Club e Alleanza per un Mediterraneo sostenibile
Il materiale più diffuso tra i rifiuti che infestano il Mar Mediterraneo è la plastica. Per questo motivo, nei giorni scorsi a Marrakech, durante la COP22, Legambiente ha lanciato l’appello, a cui hanno aderito Kyoto Club e Alleanza per un Mediterraneo sostenibile. Obiettivo è estendere la messa al bando delle buste di plastica con spessore inferiore ai 100 micron già in vigore in Italia, Francia e Marocco.
<p>“Una messa al bando a vantaggio del clima e del paesaggio”
Il materiale più diffuso tra i rifiuti che infestano il Mar Mediterraneo è la plastica. Lo denuncia l’Unep (il Programma delle nazioni unite per l’ambiente) e lo conferma l’attività di monitoraggio di Legambiente nel Mediterraneo, che ha coinvolto negli anni otto paesi costieri (Algeria, Croazia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Turchia e Tunisia), nella raccolta dei rifiuti sulle spiagge e in mare evidenziando, in particolare, la presenza delle buste di plastica che costituiscono il 16% di tutti i rifiuti individuati (Leggi Legambiente-MarineLitter). Ulteriori stime internazionali parlano addirittura di 25 milioni di sacchetti ogni 1000 km di costa.
Per questo motivo, nei giorni scorsi a Marrakech, durante la ventiduesima conferenza internazionale sul clima (COP22), Legambiente ha lanciato l’appello, a cui hanno aderito Kyoto Club e Alleanza per un Mediterraneo sostenibile, con l’obiettivo di estendere la messa al bando delle buste di plastica con spessore inferiore ai 100 micron già in vigore in Italia, Francia e Marocco – che lo ha introdotto proprio quest’anno tra le decisioni di politica ambientale in vista della conferenza internazionale sul clima – a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Solo in Europa, ancora oggi, si utilizzano 100 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno, con un consumo equivalente di 190 milioni di tonnellate di petrolio per la loro produzione. La loro messa al bando, quindi, potrebbe ridurre di molto il loro utilizzo, i consumi di greggio e le conseguenti emissioni di anidrite carbonica che ne derivano. Lo dimostrano i dati relativi all’Italia, primo paese in Europa a mettere il bando ai sacchetti di plastica nel 2011, dove, nonostante il bando
non sia ancora del tutto rispettato, ha comunque consentito in cinque anni una riduzione nel consumo di sacchetti di plastica del 55% (da 200mila a 90mila tonnellate/anno) e una diminuzione in termini di CO2 di
circa 900 mila tonnellate.
Se il bando fosse esteso a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, i risultati in termini climatici sarebbero molto più rilevanti grazie alla consistente riduzione del consumo di greggio e alla diminuzione delle emissioni di CO2, con notevoli vantaggi anche per l’ambiente marino e costiero.
L’impegno di Legambiente insieme a Kyoto Club e Alleanza per un Mediterraneo sostenibile non si esaurisce quindi con la richiesta di messa al bando delle buste di plastica. Nel mirino degli ambientalisti anche le micro particelle di plastica utilizzate nei cosmetici e i cotton fioc non biodegradabili e compostabili, per cui a Marrakech insieme al bando, è partita la proposta della definizione di un piano per ridurre e riciclare la plastica in tutti i settori e una campagna internazionale per incrementare la raccolta differenziata.
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