L’ostinata e miope ricerca di soluzioni energetiche "fossilizzate"

Cogliendo lo spunto da un approssimativo articolo di Giovanni Bignami su L'Espresso sugli idrati di metano, quale concreta opzione per un futuro energetico radioso, Gianni Silvestrini spiega i limiti della soluzione e come si continui a trascurare l'impatto, attuale e futuro, delle rinnovabili. Un articolo di Gianni Silvestrini, direttore di Kyoto Club e QualEnergia.

22 agosto 2016

<p>Difficilmente si trovano tanti errori, approssimazioni e forzature come nell’articolo "Metti il ghiaccio nel motore" dell’edizione ferragostana de L’Espresso.

Il pezzo di Giovanni Bignami è centrato su soluzioni energetiche futuribili come quella degli idrati di metano e di una soluzione innovativa auspicata dal premio Nobel Carlo Rubbia per estrarre idrogeno. Ma per farlo si sminuisce il ruolo delle tecnologie più promettenti, come il solare e l’eolico, e ci si lancia nell’ennesimo attacco alle rinnovabili per le quali si prevedono contributi limitati "perché ancora lontane dalla competitività economica".

Peccato che, a fronte del futuro incerto e altamente problematico degli idrati, "le rinnovabili siano destinate a dominare la crescita della potenza elettrica nel mondo", come afferma perfino Fatih Birol, direttore della IEA.

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l’articolo di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, su QualEnergia.it.

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