Politici, scienziati e climatologi chiedono impegni precisi ai leader del G8 e del Major Economies Forum

Riuniti nella European Climate Foundation, chiedono un taglio delle emissioni di CO2 dei paesi industrializzati dell\'80% entro il 2050 rispetto al 1990.

6 luglio 2009 Fonte: Agenzia Dire

<p>Politici e scienziati di tutto il mondo si stanno adoperando affinché i leader del G8 adottino "misure più efficaci a combattere il cambiamento climatico e si impegnino a ridurre le emissioni prima del 2020". In una lettera indirizzata ai ministri e ai presidenti degli Stati che prenderanno parte <b>al prossimo G8 e al Mef</b> (Major Economies Forum) in Italia, climatologi e politici, riuniti nella <b>European Climate Foundation</b>, con il sostegno di diversi senior government climate science advisors, spingeranno per "un’azione politica più efficace ed energica volta a ridurre le emissioni di CO2".</p><p>L’intenzione dell’iniziativa è "sensibilizzare i leader mondiali a <b>diminuire del 70% circa le emissioni di carbonio</b>". Tra le altre cose, gli accademici sottolineano "l’importanza di raggiungere un tetto massimo di emissioni entro il 2020 e di iniziare una riduzione significativa dell’effetto serra prima del 2020".</p><p>Quello attuale "è un momento cruciale per discutere di problematiche climatiche in vista del Forum di Copenhagen a dicembre, finalizzato a realizzare un accordo globale", spiega <b>Michael Oppenheimer</b>, professore di Geoscienze e di Relazioni Internazionali alla Princeton University, uno dei firmatari della lettera aperta ai leader delle economie più industrializzate e più influenti.</p><p>Di seguito sono riportati i <b>principali punti delle richieste</b> della European Climate Foundation ai leader del G8 e del Mef: <br /><ul><br /><li>Ammettere che l’attuale riscaldamento globale di 0,8 gradi rispetto ai livelli di pre-industrializzazione ha già avuto un impatto significativo e che l’aumento della temperatura di 2 gradi potrebbe creare grossi rischi e avere conseguenze irreversibili.</li><br /><li>Impegnarsi a ridurre le emissioni di CO2, e di conseguenza l’effetto serra, non più tardi del 2020 e di almeno il 50% entro il 2050 (il livello di riferimento è quello del 1990).</li><br /><li>Per i Paesi sviluppati l’impegno di riduzione delle emissioni deve essere dell’80% entro il 2050 (il livello di riferimento è quello del 1990) con appropriati obiettivi intermedi da conseguire in vista del Summit a Copenhagen. </li><br /><li>I Paesi in via di sviluppo devono impegnarsi, in vista del vertice di Copenhagen, a sviluppare un programma di efficienza energetica, a ridurre la dipendenza dal carbone e tagliare le emissioni di CO2 nei prossimi 20 anni. Si dovrebbe poi delineare una strategia di crescita sostenibile, arrivando così a una sostanziale riduzione delle emissioni.</li><br /><li>Ammettere che l’impatto dei cambiamenti climatici esistenti dovrebbe portare a una riduzione delle emissioni di CO2, prima nei Paesi industrializzati. Questi dovranno, quindi, aiutare i Paesi in via di sviluppo a perseguire obiettivi di crescita sostenibile e di un’economia più attenta all’ambiente attraverso azioni mirate e un importante supporto finanziario per la riduzione e contenimento della deforestazione.</li><br /></ul><br /></p>


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