Barroso critica “implicitamente” la posizione difensiva del Governo italiano sul pacchetto energia e ambiente al 2020
Per il Presidente della Commissione UE non va confusa la crisi finanziaria con gli imperativi di lungo termine, come clima ed energia. E non va minata così la posizione comune europea in vista dei negoziati internazionali.
Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ieri giovedì 9 ottobre, ha criticato duramente, coloro che usano l’argomento della crisi finanziaria per attaccare l’ambizioso ‘pacchetto’ legislativo dell’Ue su clima ed energia, sostenendo la necessità di non imporre ulteriori costi ai sistemi economici e industriali dei paesi membri. Barroso non ha mai citato l’Italia né alcun altro Stato membro, ma è soprattutto dal governo italiano (con l’appoggio più o meno esplicito di alcuni paesi dell’Est, e in particolare della Polonia) che sono venute nei giorni scorsi le critiche più virulente all’impianto stesso del ‘pacchetto’, attualmente all’esame dell’Europarlamento e del Consiglio Ue. ||”Dobbiamo stare attenti – ha osservato Barroso – a non stabilire false dicotomie”, e “non dobbiamo confondere le crisi di breve termine (quelle dei mercati, ndr) con gli imperativi di lungo termine (clima ed energia, ndr). Le istituzioni dell’Ue e degli Stati membri devono essere capaci di affrontare sia le sfide finanziarie che le difficoltà create dall’insicurezza energetica e dal cambiamento climatico.||In un comunicato del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo di oggi, la posizione italiana viene ribadita a dispetto del discorso di Barroso che era stato pronunciato proprio davanti agli industriali europei. “La discussione sul pacchetto clima-energia dell’UE rischia di assumere connotati grotteschi dinanzi a ciò che sta accadendo all’economia europea e mondiale”, ha detto Prestigiacomo. “Eravamo già dinanzi ad un programma che non avrebbe avuto alcun effetto sul clima e implicava costi che apparivano insostenibili prima dell’attuale crisi economica, continua il Ministro – quelle posizioni, dettate da un eco-conformismo demagogico, oggi appaiono a maggior ragione improponibili. ||Ma secondo Barroso, “il costo del cambiamento climatico sarà molto più alto, secondo il rapporto Stern fino al 20% del Pil ogni anno, se non procediamo ora agli adattamenti” necessari. Agendo ora, invece, “noi pensiamo di poter limitare il costo del nostro pacchetto allo 0,5%” del Pil, ha detto il presidente della Commissione. Senza il pacchetto, ha aggiunto, l’Ue “sarebbe molto più vulnerabile a eventuali shock energetici, con conseguenze potenzialmente drastiche per le nostre economie, che dipendono già dall’esterno per il 55% del fabbisogno, e si prevede per il 70% nel 2030”. In Italia la dipendenza energetica europea è molto al di sopra della media UE, superando l’80%.||Il capo dell’Esecutivo comunitario ha sottolineato ancora le “grandi opportunità economiche” che comporteranno i cambiamenti propugnati dalle proposte legislative di Bruxelles, se l’Ue sfrutterà in pieno il suo vantaggio del ‘first mover’: “Conseguire la copertura del 20% del fabbisogno energetico con le fonti rinnovabili, per esempio, significherebbe più di un milione di posti di lavoro in quest’industria entro il 2020. Per questo – ha rilevato – oggi è più importante che mai andare avanti con il nostro pacchetto clima/energia, non a dispetto della crisi finanziaria, ma, almeno in parte, a causa di questa crisi”. ||Implicitamente dunque il presidente della Commissione ha replicato a chi vorrebbe smantellare il ‘pacchetto’, probabilmente riferendosi alle posizioni espresse, fra gli altri, dal ministro italiano degli Affari europei, Andrea Ronchi, e dalla Confindustria. Il presidente risponde: “Devo essere chiaro: minori costi, minori sforzi, maggiori vantaggi per alcuni Stati membri significherebbero costi più alti, sforzi maggiori, minori vantaggi per gli altri”. ||”Quello a cui, comunque, la Commissione si oppone strenuamente – ha sottolineato Barroso – è qualunque tentativo di compromettere l’architettura complessiva del pacchetto. Idee delgenere – ha avvertito – non solo aumentano sensibilmente il rischio di un blocco nei nostri negoziati interni (all’Ue, ndr), ma rischiano anche di minare la nostra posizione nei negoziati internazionali, nonché l’integrità ambientale delle proposte”. ||Il comunicato del Ministro risulta tuttavia quanto meno contradditorio visto che afferma che “il Governo punta con decisione su rinnovabili e risparmio energetico e chiede all’Europa realismo, elasticità e ambientalismo vero, non solo ad uso mediatico. Il Governo non accetterà che dietro il paravento del clima passino misure che danneggiano l’ambiente e l’economia italiana, come la direttiva auto che di fatto premia le auto che inquinano di più”.
Non viene risparmiata inoltre una dura critica all’ambientalismo nostrano, tacciato di essere dei “maestrini dalla penna verde”.